Vetrate e trompe l’oeil a Chambery

Amedeo da Castellamonte per Cristina di Francia

Il Castello di Chambery è una roccaforte dei sovrani di Savoia. Oggi ci si arriva da Torino con sole due ore d’auto ma, al tempo del Duca Carlo III, le ore di cammino erano un po’ di più, non c’era autostrada e nemmeno vie alternative. In quel tempo, le Terre di Margherita erano strettamente confinate tra Bessans e Lanzo. Tutto intorno era Francia, fino ad Exilles.

Posta all’interno del castello già residenza dei Savoia quando Chambery era capitale, la Sainte Chapelle fu iniziata dal Conte Amedeo VIII, Duca di Savoia e, nell’anno delle nozze tra Carlo III e Beatrice di Portogallo, 1521, arrivarono qui i maestri vetrai Jean de l’Arpe e Jean Baudichon, poiù tardi anche Gaspard Masery per realizzare le grandi vetrate di quella cappella che, nel suo piccolo, riecheggia la grande Cappella Santa di Parigi. Questa nostra di Chambery dotata di particolari “trompe l’oeil” che esaltavano le caratteristiche gotiche della cappella, era destinata a custodire la Sacra Sindone. Da qui, il nome di Sainte Chapelle. La Sindone vi rimase fino al 1532 quando, nella notte tra il 3 e 4 dicembre, un incendio distrusse buona parte della cappella e il Sacro Telo fu salvo per… miracolo! Fu Cristina di Francia, prima Madama Reale di casa Savoia, devota e raffinata, a far ricostruire tra il 1647 ed il 1655, la facciata della Sainte Chapelle dal suo architetto di fiducia, Amedeo Castellamonte, in stile barocco.

Oggi, nella piccola navata di sinistra, è esposta la copia che l’arcivescovo di Torino ha donato a Chambery nel 2015.

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